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Storia del tennis

Il top 10 che non ti ricordavi #1: Jùan Monaco

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Il top 10 che non ti ricordavi #1: Jùan Monaco

Argentina terra di calcio, dei Gauchos e del tango, ma non solo. In questo XXI secolo, a far parlare le cronache sportive non è solo la Selecciòn ma risultati stupefacenti arrivano anche da altre discipline: La “Generation Dorada” nella pallacanestro capace di un Oro Olimpico, i “Pumas” del Rugby arrivati 3° in un mondiale ed inseriti a giocare l’equivalente del Sei Nazioni nell’emisfero australe, per fare alcuni esempi.

Il tennis non è da meno e in questo periodo arrivano una serie di tennisti pronti a far esultare il popolo argentino rivivere così gli anni 70 di Guillermo Vilas.  C’è una scuola tennis di una cittadina di 100.000 anime tra Buenos Aires e Bahia Blanca che sta formando da quegli anni tennisti di qualità: Tandil.
Tra gli ultimi de “La legion” del tennis albiceleste annoveriamo Juan Martin Del Potro e di Jùan Monaco.

“Dedicación, tenacidad y sacrificio”, questo il mantra dei giocatori formati dalla scuola di Tandil, ed il nostro Jùan detto “Pico”, non ha solo queste tre parole in testa ma anche tanto tanto talento. Destrorso, rovescio a due mani, un vero terraiolo. Difficilissimo giocare contro uno con una “Garra” così.

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BUENOS AIRES, ARGENTINA – FEBRUARY 11: Juan Monaco of Argentina celebrates a point during a tennis match between Juan Monaco and Albert Ramos as part of ATP Buenos Aires Copa Claro on February 11, 2014 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Gabriel Rossi/LatinContent via Getty Images)

Dal 2003 inizia a giocare con i “grandi”, i primi titoli 250, rigorosamente sulla terra, arrivano nel 2007 all’età di 23anni. Questa costanza vale al nostro Pico il quattordicesimo posto nel ranking atp ad inizio 2008.

Negli anni successivi Pico si stabilizza a buoni livelli, la classifica lo vede tra i primi 40 al mondo, ma non riesce ad incidere perdendo finali qua e là, in più non riesce a dare la giusta zampata del campione negli Slam, soprattutto al Roland Garros sull’amata terra rossa.

Nel 2012 però, il suo continuare a lavorare sodo porta nuovi frutti. Già nei primi mesi dell’anno Monaco torna a vincere una finale e arriva persino in semifinale al Master 1000 di Miami, arrendendosi a Novak Djokovic. Al cenone di San Silvestro si contano 5 finali, 4 vinte tra cui il 500 di Amburgo contro l’idolo di casa Tommy Haas e finalmente un cemento indoor a Kuala Lumpur. La tanto sospirata top10 è datata Luglio.

Purtroppo, il 2013 non parte nel migliore dei modi, i risultati non arrivano più. Arriva anzi l’infortunio al polso destro che lo terrà fuori dal circuito quattro mesi. Cambio di allenatore nel 2014 per provare a dare un’ulteriore svolta alla carriera ma il polso continuerà a dare fastidio. Per lui, da quel magnifico 2012, solo 5 finali, 2 vinte e 3 perse. L’ultima gioia nel 2016 ormai attestato intorno al 100° posto del ranking internazionale.

Il ritiro arriva a maggio 2017. La domanda sorge spontanea: uno con “Dedicación, tenacidad y sacrificio”, cosa sarebbe potuto diventare senza infortuni? Vi lascio nel dubbio con questo video in cui si allena insieme ad uno dei suoi migliori amici: Rafa Nadal

Vi manca? seguitelo https://www.instagram.com/picomonaco/

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