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MASTER 1000 INDIAN WELLS – Djokovic, NO VAX NO PARTY

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AP / La Presse

E ci risiamo! il 5 volte campione del master californiano come in Australia ha sbattuto contro il muro della pandemia e non ha ottenuto l’esenzione tanto attesa dalle autorità sanitarie statunitensi, è stato quindi costretto a cancellarsi dal primo master 1000 del 2022 lasciando il posto in tabellone a Grigor Dimitrov.

Se a Dubai per le normative locali (non c’è obbligo vaccinale) aveva potuto prendere parte al torneo pur con un’eliminazione inaspettata ai quarti, il tennista serbo si è trovato nuovamente di fronte alle stesse problematiche che aveva dovuto affrontare in Australia dopo un lungo tira e molla che ha diviso tifosi ed opinione pubblica sia tra gli addetti ai lavori che nel mondo sportivo in generale.

La posizione etica e sportiva del numero 2 al mondo è chiara a tutti e non cambierà di una virgola stando a quanto da lui stesso dichiarato, ma questo lo metterà di fronte ad un bivio fino a quando la pandemia sarà considerata tale e le normative della maggior parte dei paesi interessati prevedono vaccinazione (e di conseguenza green pass) obbligatoria o esenzione per validi motivi.

Si potrà continuare a discutere sui comportamenti del numero 2 del mondo che , per quanto libero di vaccinarsi o meno e di avere una propria posizione (non sempre comoda) in merito alla propria salute e carriera, ha comunque messo in difficoltà colleghi ed organizzatori del torneo in quanto cancellandosi a ridosso della compilazione del tabellone maschile viene sostituito nella propria parte di tabellone da un tennista si competitivo ma comunque non testa di serie e certamente non all’altezza del campione serbo almeno sulla carta.

Le possibilità di partecipare al torneo erano praticamente nulle e questo era ampiamente preventivabile dallo staff del campione serbo il quale avrebbe potuto prendere la propria decisione con tempistica diversa consentendo cosi agli organizzatori di poter compilare un tabellone meno squilibrato a causa della sua assenza dividendo le teste di serie in base alla classifica.

Senza il permesso del CDC (Center of Disease Control, agenzia federale che fa parte del ministero della salute USA) Nole avrebbe corso il serio rischio di non poter nemmeno uscire da qualsiasi aeroporto americano (a tanti potrebbe venir in mente il film THE TERMINAL con Tom Hanks) in quanto in base alle normative statunitensi per non essere soggetto ad obbligo di vaccino (si intende chi arriva dall’estero) avrebbe dovuto soddisfare uno dei seguenti requisiti:

  1. essere minorenne
  2. motivazione medica per la quale non può essere soggetto a vaccinazione
  3. essere partecipe a trial clinici COVID-19
  4. necessità di viaggiare per motivi umanitari o di emergenza (il tutto attestato da una lettere del governo USA che conferma l’effettiva urgenza e necessità a viaggiare)
  5. chiunque viaggi con visto non turistico e provenga da paesi con un tasso di vaccinazione inferiore al 10% (ed in questo caso il CDC dovrà pubblicare la lista dei paesi in questione)

Ma non è finita qui; oltre a soddisfare una delle condizioni sopra citate il viaggiatore in questione deve presentare un tampone con esito negativo effettuato il giorno prima della partenza ed una volta arrivato dovrà effettuare un tampone di controllo tra il terzo e quinto giorno dall’ingresso negli Stati Uniti e dopo ciò dovrà osservare una settimana di autoisolamento prima di poter ottenere il via libera; insomma per farla breve una serie di concomitanze al quale Nole sapeva di non poter far fronte fin dall’inizio.

Quindi perchè aspettare ? Certamente il comportamento è coerente a quanto sempre dichiarato in questi mesi, ma personalmente si tratta di un atteggiamento che non mi trova particolarmente d’accordo soprattutto per quanto riguarda il rispetto nei confronti dei colleghi e di chi ha deciso di seguire la strada della scienza e del rispetto delle regole.

In Australia ha lasciato parecchi punti interrogativi ed ognuno in base alla propria posizione si è fatto una sua idea sull’accaduto, lui stesso dice di essere stato riaccolto bene tra i colleghi; ma siamo certi che a lungo andare tutto questo non distoglierà l’attenzione dalla carriera di uno dei tennisti piu grandi di sempre ? Non sempre bastano record e titoli per dimostrare di essere il GOAT di un determinato sport o settore, ma soprattutto per gli sportivi bisogna avere anche un comportamento degno di tale “titolo”.

Ai posteri l’ardua sentenza…..