Djokovic, ancora una volta, ha visto giusto. Ha riconosciuto il talento di Hamad Medjedovic, il vincitore delle prime Atp Next Gen Finals giocate a Gedda. Quest’anno Belgrado e dintorni hanno fatto il pieno di Maestri e “Maestrini”, ed è lì che Djokovic ha accolto Medjedovic nella sua academy. Ma non solo: ha pagato per i suoi allenamenti, trasferte e soggiorni. E ha iniziato a farlo quando pochi avrebbero scommesso sul ragazzo di Novi Pazar, scoperto da Edis Fetic nella capitale del Sangiaccato, la regione a sud-ovest della Serbia che ospita sia cristiani ortodossi che musulmani bosgnacchi come la famiglia di Hamad.
All’inizio, sia Eldin, il padre di Hamad, sia lo stesso Hamad erano preoccupati per i costi che comportava una scalata del genere. Ma Djokovic li ha rassicurati: “Non lo faccio per i soldi”, ha detto, “ho altri modi per guadagnare. Il mio ruolo è di dare una mano. Che persona sarei se non facessi del mio meglio per aiutare i ragazzi che se lo meritano?”. E ha promesso che quando Hamad avrà successo, Eldin farà lo stesso con chi ne avrà bisogno.
Il risultato è che per tutto il 2021, l’anno del suo debutto tra i professionisti, Hamad non ha dovuto pagare nemmeno un euro per l’allenatore, gli hotel, i viaggi, i fisioterapisti e i massaggiatori. Un investimento non banale. Ma forse l’esempio di Juan Carlos Ferrero con Carlos Alcaraz, iniziato quando quest’ultimo aveva solo 13 anni, ha ispirato Djokovic.
Oggi, a vent’anni, Medjedovic è numero 110 del mondo. Il 2024 potrebbe essere l’anno in cui sboccerà nel Tour. Durante il torneo di Gedda, ha dimostrato le sue doti di lottatore, vincendo tre Challenger a soli 19 anni e arrivando in finale in una partita combattuta contro Arthur Fils.
Giovani come Sinner dovranno fare attenzione.