Djokovic sul Caso Sinner: “C’è una Doppia Moralità”
Novak Djokovic, il re dei Grand Slam, ha espresso preoccupazioni riguardo al trattamento riservato a Jannik Sinner, recentemente sospeso per tre mesi in seguito a un caso di doping. Il campione serbo, con 24 titoli del Grande Slam all’attivo, ha sottolineato come molti giocatori percepiscano una disparità nel modo in cui vengono gestiti i casi dei tennisti di élite rispetto ai colleghi meno noti.
La Reazione di Djokovic alla Sospensione
Durante una conferenza stampa a Doha, prima della sua ricerca della centesima vittoria in carriera, Djokovic ha commentato la decisione di Sinner di accettare la sospensione.L’ex numero uno al mondo ha descritto la situazione come “strana” e ha rivelato che altri atleti temono favoritismi nei confronti del giovane talento italiano. Infatti, la fine della sua sanzione è fissata per maggio e non interferirà con i principali tornei in programma.
Djokovic ha osservato: “Molti giocatori non sono soddisfatti di come si sia svolto l’intero processo e non credono sia stato giusto.” Ha inoltre aggiunto che l’accesso a team legali esperti potrebbe influenzare l’esito delle controversie nella professione.
La Questione della Disparità
Sinner sta vivendo un periodo difficile; è stato trovato positivo due volte nell’ultimo anno per clostebol, uno steroide vietato. Nonostante ciò,grazie a un tribunale indipendente che lo scagionò da responsabilità dirette nella contaminazione del suo sistema,il tennista era potuto rimanere attivo fino ad ora. Tuttavia,ora affronta tre mesi lontano dai campi da tennis dal 9 febbraio al 4 maggio.
Djokovic evidenzia le ingiustizie percettibili nel sistema: “Quando i giocatori vedono Sinner colpito da una sospensione così breve mentre altri atleti come Simona Halep hanno ricevuto pene più severe”, emergono dubbi sulla correttezza delle decisioni prese dagli organi competenti.
L’Opinione di Jannik Sinner
Dopo aver accettato la sanzione proposta dall’Agenzia Mondiale antidoping (WADA), Sinner stesso si è detto sollevato dalla conclusione del caso che lo perseguitava da quasi un anno. In una dichiarazione ufficiale ha affermato: “Ho sempre accettato le mie responsabilità riguardo al mio team e riconosco che le regole severissime imposte dalla WADA sono fondamentali per proteggere lo sport”.
La questione tuttavia resta aperta e continua a generare discussioni tra i vertici del tennis mondiale su equità e giustizia nelle procedure disciplinari degli atleti professionisti.