Rafa Nadal: Sarebbe Potuto Diventare Più Forte?
In attesa di rivederlo presto in campo, ripercorriamo la carriera di Rafael Nadal e analizziamo come avrebbe potuto essere più forte.
Un tipo da combattimento! Avesse scalpitato nel ‘siglo de oro’, Calderon de la Barca ne avrebbe fatto un personaggio tutto Cappa e Spada. Riordinando le idee, invece, scopriamo che è un eroe dei nostri tempi battezzato, un lontano giugno dell’86, come Rafael Nadal Parera da Manacor. Proprio lui, il picchiatore coi lineamenti da indio, che vive il tennis come una sfida medievale e ha ghiandole surrenali tanto prolifiche da produrre adrenalina in quantità industriale.
E’ bastata una dichiarazione di rientro per mandare in fibrillazione l’intero mondo racchettaro. Nessuno sa, naturalmente, se lo spagnolo tornerà al suo miglior tennis, quel che sappiamo è che conoscendo il tipo, ce la metterà tutta visto che dal combattimento trae la sua filosofia di vita.
Un Nadal con un tennis più vario sarebbe stato ancora più forte? E nel farla mi chiedo se mai qualcuno abbia veramente indagato sulla possibilità di farne un giocatore più completo e dunque meno dispendioso sotto il profilo fisico.
Pensieri dietro ai quali non c’era nessun piglio del bastian contrario ma covava una riflessione terra terra circa la carriera sportiva del giovane campione. Per dire che fino ai 12 anni il mancino di Spagna ha fatto tutto giusto praticando altri sport, tra cui il calcio, e giocando a due mani ambo i colpi all’insegna della migliore multilateralità.
Le prime avvisaglie iniziano assai presto, e un’infiammazione al gomito arriva appena dopo la sua prima vittoria al torneo di Barletta del 2003. Dopodiché voleranno via un susseguirsi di cambiali in scadenza: ben 22 distribuite in altrettanti anni di carriera. Tanti ritiri e altrettanti ritorni, tutti trionfali: un’Araba Fenice capace di risorgere da malanni tanto maledetti da incenerire chiunque altro al suo posto. Ora l’annuncio del rientro in Australia con la speranza di tornare al suo miglior tennis.
L’ennesima sfida, dunque, dalla quale lo spagnolo non si tirerà certo indietro anche se questa lunga sosta fuori dai giochi sarà più tosta che mai da recuperare. A poco serviranno i 4900 giri al minuto impressi alla palla da un diritto ad alta cilindrata se non saranno seguiti da qualcos’altro di più saettante. Come a poco serviranno i “vamos” tra un punto e l’altro e un linguaggio del corpo da coraggioso gladiatore. Autostima e motivazioni faranno il resto. E alla fine di un primo trimestre sapremo se stiamo parlando ancora del duellante degno di Calderon della Barca o dell’ombra acciaccata di un corpo dal cuore generoso ma dal tennis un po’ avaro. E con un pizzico di rammarico la domanda sarà sempre la stessa: Nadal poteva diventare più forte?
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